La chiesa parrocchiale è consacrata a San Nicola Magno, Santo Patrono. È stata edificata tra il 1577 e il 1672 attraverso l’allargamento del precedente edificio medievale. L’attuale facciata è il risultato di numerosi lavori susseguitesi fino al Novecento, non per ultimo il campanile eretto negli anni Cinquanta. L’interno è di chiaro stile barocco. Gli altari sono adornati da colonne tortili, finemente scolpite. Di grande pregio è la volta della campata che precede il presbiterio: stucchi decorati con motivi floreali, opera dello scultore Cesare Penna, avvolgono i medaglioni affrescati nel 1705 da Giuseppe Andrea Manfredi di Scorrano. Sulla navata laterale si può ammirare un pulpito in legno dorato e intarsiato ascrivibile al 1694. Presso questa parrocchia si può ammirare l’Organo Olgiati-Mauro del 1628, il più antico esistente e funzionante in Puglia, grazie anche a un meticoloso restauro avvenuto nel 1978.
L'organo Olgiati-Mauro del 1628
In uno scenario di luci e colori, tra altari di stile barocco, sotto le volte decorate con pregevoli stucchi settecenteschi, campeggia nella Chiesa Parrocchiale di Salve il monumentale storico organo, costruito nel 1628 e restaurato nel 1978 con la consulenza tecnico-artistica del M° Prof. Luigi Celeghin, titolare della cattedra d’Organo al Conservatorio “S. Cecilia” di Roma. La paternità di questo strumento si deduce da una scritta incisa a mano con stilo sulla canna maggiore di facciata: “1628 – Giovane Batista Olgiati di Como con Tomaso Mauro di Muro“. L’Organo, di sicura ispirazione lombarda ed in particolare antegnatiana (divisione in 5 scomparti della facciata, con la collocazione in alto dei cosiddetti “organetti morti”) ha compiuto 380 anni di vita, senza aver subito sostanziali modifiche.
Con il recente restauro, lo strumento è stato restituito senza sofisticazioni al suo splendore originario: tastiera e pedaliera sono state ricostruite secondo modelli seicenteschi; su un totale di 393 canne appena 13 sono state ricostruite, perché mancanti; la lavorazione artigianale delle canne metalliche tutte lavorate a mano offre una risultante fonica morbida, trasparente e nel contempo brillante.
Dall’esame di alcune canne è stato possibile dedurre anche un tipo di temperamento in vigore nel ‘600.
Questo gioiello d’arte organaria, risultato tra i più antichi d’Italia e sicuramente il più antico di Puglia, che per oltre tre secoli e mezzo ha sostenuto il canto di tante generazioni di salvesi ed ha varcato i confini della Chiesa e della Città di Salve considerato che nelle varie stagioni concertistiche ha visto alternarsi alla sua tastiera numerosi organisti, anche di fama internazionale, rimane a testimonianza di un’arte e di una cultura che era e deve essere, nella sua più schietta autenticità, orgoglio di Salve.
Cappella Della Madonna del Carmine
È una delle poche cappelle rimaste nell’abitato. Edificata intorno al XVII secolo conserva un dipinto ad olio dell’epoca.
La cappella della Vergine del Carmine è stata costruita nel 1612 dal dottor fisico Giovanni Francesco Alemanno di fronte al suo palazzo (oggi palazzo Postiglione). Nel 1632 furono qui celebrate le nozze tra la nipote del fondatore, la quindicenne Rosa Alemanno, con il medico Onofrio Sabino di Napoli.
La cappella, dalla forma architettonica molto lineare, presenta all’interno un semplice altare la cui mensa poggia su due colonnine a fusto scanalato, sovrastato da una tela ad olio che rappresenta la Madonna del Carmine in gloria con il Bambino tra le braccia. Intorno si dispongono putti e angeli in volo che incoronano la Vergine.
Nella zona inferiore si stagliano le figure del profeta Elia e del discepolo Eliseo, e al centro San Simone Stock inginocchiato.
Il dipinto è di buona fattura e risale ai primi decenni del 1600. Alcuni particolari lo farebbero attribuire all’artista gallipolino Giandomenico Catalano (fonte: Francesco Fersini, “I Carmelitani e il Sacello Sanctae Mariae de Carmelo degli Alemanno di Salve”, in Annu Novu Salve Vecchiu, pp. 130-144, Alessano 2006).
Cappella di Sant'Antonio
Questa piccola chiesa è l’ampliamento della cappella dedicata a Santa Maria costruita in tempi assai antichi a spese della comunità. All’interno si possono ammirare interessanti dipinti dell’epoca tra cui un affresco realizzato nel 1586 per devozione di Alterius Stasi.
Cappella dei Santi Cosma e Damiano
Fu fondata nel 1617 dalla famiglia Valentini, come dimostra lo stemma di famiglia sopra l’altare. All’interno si trovano le state dei due santi e un grande quadro ad olio.
Cappella della Madonna delle Grazie
“Fu fondata ab antiquo dagli Alemanni”, così riporta un antico studio sui possedimenti ecclesiastici: la fondazione forse può essere stata fatta da un ramo della famiglia Alemanno.
La cappella esternamente è caratterizzata da semplici linee architettoniche e sobrie decorazioni. Di recente è stata ridipinta con pittura rossa e bianca.
Santuario di Santa Teresa del Bambin Gesù
Il Santuario fu edificato e dedicato a Santa Teresa del Bambin Gesù agli inizi del Novecento per volontà di Don Francesco De Filippis. Venne restaurata la chiesa dell’ex convento dei Cappuccini. Negli anni Venti fu donata una reliquia della Santa. La statua è stata realizzata dallo scultore leccese Manzo e la nicchia in pietra leccese da Serafino Trani.
RUGGIANO
Parrocchia di S. Elia
L’antica chiesa parrocchiale intitolata a S. Elia santo patrono di Ruggiano. L’edificio originario risale al 1586 ma fu distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale e di seguito venne edificata una nuova parrocchia in una piazza più grande intorno al 1950. Ha una semplice facciata con un oculo in alto e un portale preceduto da un protiro retto da due colonne.
Cappella della Madonna della Neve
Edificata nel 1748 per ricordare il miracolo verificatosi sotto il pontificato di papa Libero il 4 agosto, quando la Madonna apparve a due coniugi e ordinò di erigere sul colle Esquilino, a Roma, la Basilica di S. Maria Maggiore. La cappella presenta una facciata caratterizzata da semplici linee architettoniche, con un portale sovrastante una monofora e un caratteristico campanile a vela. All’interno un quadro raffigurante Madonna.
Cappella della S. Vergine Addolorata
Edificata nel 1875 e restaurata nella prima metà del Novecento, la cappella non presenta opere artistiche di particolare rilievo ma gli abitanti hanno affisso una lapide in ricordo dei concittadini caduti durante la Prima Guerra Mondiale.
Santuario di S. Marina
Oltre S. Elia a Ruggiano è fortemente sentito il culto di Santa Marina, la santa protettrice delle vie biliari e delle gestanti.
La chiesa Santuario di S. Marina ha origine medievali ma fu restaurata ed ampliata nel 1648, in pieno Barocco. Originale è la facciata che presenta due ingressi, elegantemente decorati e sormontati da altrettante finestre, il coronamento a timpano triangolare è arricchito da guglie di gusto barocco, l’interno è a due navate e rispecchia la struttura della facciata. Nei primi del 2000 sono stati recuperati gli affreschi, obliterati nel 1753: questi sono databili al 1645 ma non si sa nulla dell’artista che li ha realizzati. La volta è divisa in quattro scene delimitate da finte cornici raccordate da volti degli angeli e da un panneggio. Sul lato destro c’è un affresco che raffigura gli apostoli Pietro e Paolo, anche questi legati alla tradizione popolare poiché guarivano dal veleno iniettato dalle tarantole e dai serpenti. Durante il restauro è stata scoperta una finestra che corrispondeva all’altezza del ballatoio della scala del palazzo accanto, una volta di proprietà del Vescovo di Ugento. Sul lato sinistro si trova l’affresco raffigurante la Vergine Maria e Gesù fanciullo le cui immagini ricordano le icone bizantine. Al centro dell’altare c’è l’icona di Santa Marina, di chiara ispirazione tardo gotica.
Grazie all’aiuto della Comunità di Ruggiano guidata da Padre Michele, si sono completati i lavori di restauro della statua di Santa Marina presente nell’omonimo Santuario. Un restauro pregevole che ha riportato alla luce la bellezza di tutti i dettagli presenti nell’opera e che potrà essere apprezzata dai visitatori nel pieno del suo valore storico e culturale.
Qui in allegato potrete trovare la relazione tecnica redatta dalla restauritrice responsabile Claudia Schimdt
Cappella della Madonna di Costantinopoli
Eretta nel XVII secolo, al suo interno presenta diversi affreschi e una tela del 1700 raffigurante l’immagine della Vergine.